La Depressione è un’alterazione costante del “tono dell’umore”, importante funzione psichica che, con la sua flessibilità, ci consente l’adattamento al nostro mondo interno ed esterno.
Nella Depressione il tono dell’umore si fissa verso il basso, perde la sua flessibilità e non è più influenzabile da eventi positivi e favorevoli.
Nelle fasi più lievi o in quelle iniziali, lo stato depressivo può essere vissuto come incapacità a provare un’adeguata risonanza affettiva o come accentuata labilità emotiva.
Nelle fasi acute, invece, il disturbo dell’umore si fa più evidente e si sperimentano vissuti di profonda tristezza, sgomento, disperazione, associati alla perdita di slancio vitale. Cresce il disinteresse per le normalità attività e si sperimentano sentimenti di distacco e inadeguatezza nello svolgimento delle incombenze quotidiane anche per il consistente venir meno della quantità di energia psichica a disposizione.
Anche la nozione del tempo è modificata: il suo scorrere continuo rallenta fino a fermarsi; il depresso ha la sensazione che la giornata sia interminabile, che tutto sia fermo, stagnante.
L’autosvalutazione e il disprezzo di sé, sono talvolta accompagnati da un incessante ruminare su sbagli e colpe lontane nel tempo. Il futuro appare privo di speranza, e il passato vuoto e inutile. Emergono inevitabili sensi di colpa e previsioni di rovina e miseria.
Il DSM-V indica i criteri diagnostici per l’episodio Depressivo Maggiore:
Le forme di depressione si dividono in 3 grandi gruppi clinici:
Le cause della depressione vanno ricercate fra:
Le ipotesi di coinvolgimento del sistema neuroendocrino sono avvalorate dalle anomalie sull’asse ipotalamo – ipofisi – surrene e sull’asse ipotalamo – ipofisi – tiroide, spesso riscontrate nei pazienti affetti da disturbo bipolare e depressione.
Sia Freud che Klein considerano l’aggressività come centrale per la comprensione della depressione.
Le terapie a orientamento cognitivo (come pure i trattamenti farmacologici) pongono attenzione alla risoluzione dei sintomi, ovvero i comportamenti disadattativi conseguenti al disagio.
Le terapie dinamiche, al contrario, cercano di superare la dimensione sintomatologica andando a ricercare nel profondo la ragione del fenomeno depressivo.
L’approccio psicosomatico si differenzia da entrambi gli approcci in quanto da un lato considera insufficiente e non risolutivo fermarsi al sintomo, dall’altro non mira a scoprire l’origine del disturbo bensì il senso, il significato del fenomeno depressivo, che accade qui e ora.
Secondo il Dr Raffaele Morelli, fondatore dell’ Istituto di Medicina Riza psicosomatica presso cui ho conseguito la specializzazione, il nostro stile di vita è il vero responsabile: commettiamo ogni giorno gli stessi errori che arrivano a spegnere la parte più antica e profonda del nostro cervello, quella ipotalamica e limbica, dove abita la nostra natura più vera.
La depressione, con i suoi simboli, diventa allora il tentativo del cervello di liberarci da progetti di vita innaturali, artificiali, ci spinge verso l’originalità, ci stimola alla ricerca del nostro talento e creatività.
La depressione ci costringe a spegnere i riflettori dal personaggio che stiamo recitando, ma che non ci appartiene più e ci obbliga a portare in scena la nostra nuova identità.
Ci fa sentire piatti, vuoti, assenti, immobili perché è proprio così che siamo. Diventa l’unica possibilità di sfuggire alla nostra vita scontata.
In definitiva, quindi, invece di leggere i sintomi della depressione in chiave negativa, possiamo cogliere l’occasione per trarre dal dolore della depressione il potere della propria rinascita.
Nel silenzio, nella solitudine, nell’immobilità, nell’assenza di desideri, nel buio, nel rifiuto del cibo, nell’assenza di affetti, nella fatica a concentrarci possiamo leggere il tentativo della nostra Anima di disintossicarci dalle parole inutili, liberarci da modelli e identificazioni “fasulli”, interrompere azioni ripetitive e meccaniche, allontanare giudizi e false certezze, mettere la giusta distanza fra noi e gli altri, trovando spazio, in questa sorta di “sosta rigeneratrice”, per essere finalmente persone autentiche.
Dott.ssa Stefania Paparella
Psicologa Psicoterapeuta
Dott.ssa Stefania Paparella
Psicologa Psicoterapeuta
Iscritta all’Albo degli Psicologi della Lombardia dal 03/03/2004 con n. 7962
P.I. 05221830960